La Community che vorrei è Pressappoco così

Copertina Articolo: Pressapochismo is The Way

Musica: L’Amour Toutjours – Gigi D’Agostino
Serie Tv:  How To Get Away With Murder s04E05
Must Have: Pizza
Sto Leggendo: Articoli sul Social Media Marketing

Lunghezza Articolo: ***

Pressappoco.
Una parola che fino a qualche mese fa aveva una connotazione neutra tendente al negativo. Ora?
Ora è una parola che adoro alla follia.
Non sto per descrivervi una Community che parla di Grafica, di Web Design o di un argomento specifico, è una community nata da una pagina che ha raggiunto oltre 180mila like, mentre il gruppo sta sfiorando i 100mila iscritti.
Attiva, mai noiosa, con un regolamento preciso.
Per chi come me ama osservare le dinamiche, capirne il funzionamento e cercare di trarne spunto, una community del genere è stata un po’ come trovare il Santo Graal.
Un piccolo micro-universo che è il sogno di ogni esperto del settore.

Le Origini

Tutto è nato dalla creazione di una pagina dedicata a recensioni – spesso scritte in romanesco –  con uno stile molto goliardico. Poi hanno pubblicato un meraviglioso libro, e il gruppo ha iniziato a crescere sempre più.
Sono perfino stati ospiti speciali a Forum, esatto proprio loro gli Admin più amati e odiati allo stesso modo all’interno di una community. Micheal Pito, Umberto Race, Maya Delana, Ana Certa, Pio Venacifra, e molti altri che si aggirano nell’ombra, nascosti da maschere di animali in plastica nociva.
Nomi irriverenti che ti strappano un sorriso, caratteri ben definiti, e tantissima creatività.
All’interno del gruppo, seguendo i giusti hashtag, si possono scoprire rubriche fantastiche che con periodicità vengono pubblicate dagli utenti che ti strappano una sincera risata e qualche volta pure una riflessione.

#ECronacheDeSatish parla di Satish un irriverente autista indiano che ha adottato una giovane coppia romana in trasferta a Delhi per qualche anno. Le sue perle di saggezza, e filosofie di vita saranno di grande aiuto per affrontare le difficoltà e gli imprevisti di tutti i giorni.

#PadriArabi parla del papá de Faiah e delle incredibili perle di saggezza che questo padre arabo ci regala tramite la propria figlia. L’iscrizione al gruppo meriterebbe solo per questa rubrica.

All’interno del gruppo ci sono anche tantissime altre rubriche che la gente adora, proprio come: #LezioniDiComingOutEtero dove un ragazzo prova spiegare ai propri genitori che in realtà è etero e sfortunato nel trovare una ragazza. Oppure #GuidaTv pressapoco la guida che tutti vorrebbero leggere per decidere cosa vedere la sera in televisione.

Quasi- Una festa pressappochista | 17.09.17 |

Domenica 17 settembre, Quasi al BLACKOUT a Roma, Via Anagnina 3 (fermata metro A).
https://www.facebook.com/events/111300309588499/?ti=cl

Video&Edit – Andrea Cavoli

Posted by QUASI – Una festa pressappochista on Wednesday, September 13, 2017

Quasi – Una festa Pressapochista

In origine c’è stata la Rambla (la spiaggia Romana), piccolo salto al Blackout, ora si sono impossessati dell’Orion. Questa non è la classica festa dove si balla, si beve e ci si diverte. Questo è l’evento dove regna il disagio, dove a farla da padrone è il politically incorrect; vai da solo ed esci con una famiglia acquisita, brillantini in ogni dove, e ricordi che porterai dietro il resto della tua vita.
Tutti invitati, nessuno escluso, evento dopo evento la situazione gli è letteralmente sfuggita di mano tanto da avere Cristiano Malgioglio come Special Guest.

QUASI – Special Guest Cristiano Malgioglio | 19.01.18 | SABATO 10 QUASI CARNEVALE —> https://www.facebook.com/events/1537442389696441/

“Comunque andrà sarà un successo” cit. Cristiano Malgioglio

Aftermovie ufficiale del Quasi 19/01

Shoot&Edit Andrea Cavoli

Posted by QUASI – Una festa pressappochista on Thursday, January 25, 2018

Ascoltare & Crescere Insieme VS Prevaricare in cerca di Attenzioni

Il regolamento è semplice, e spesso ignorato. Infondo non è novità che la stragrande maggioranza degli utenti non ama leggere.
Però i dieci comandamenti sono chiari, gli admin sono inflessibili anche grazie all’aiuto degli stessi utenti che segnalano i post meno opportuni.
Il gruppo funziona anche per questo motivo: i flame non vengono cercati, e la solidarietà è base comune di tutti.
Scambiare aneddoti, condividere gioie e riflessioni, e passare del tempo con un sorriso stampato in volto, ecco il segreto che fa funzionare questa grandissima Community.
Ho visto nascere amicizie incredibili, amori improbabili e impossibili, ogni post è come ritrovarsi sul divano la sera e si commenta scherzando insieme.
Soliti nomi, volti più o meno riconoscibili e simpatie che inevitabilmente nascono.
Cosa ho imparato da questi mesi trascorsi in loro compagnia?

  • Gli Admin fanno il loro lavoro: controllano e gestiscono la situazione, ripuliscono il gruppo, ed evitano che le situazioni sfuggano dal loro controllo. Non esistono favoritismi. Solo membri GOLD di Facebook.
  • Condividere il proprio pensiero senza avere l’intenzione di convertire il prossimo, mai prevaricare sugli altri con imponenza.
  • Il sentirsi parte di una grandissima famiglia (potrebbero invadere Terni e conquistarla senza batter ciglio) fa la differenza, puntualmente ci sono richieste della creazione di gadgets indossabili per riuscire a ritrovarsi nella folla quotidiana. Segni di riconoscimento visibili.
  • Il sapere gestire con intelligenza una community in via di espanzione porta al poter realizzare tantissime cose: libri, gadgets, ed eventi indimenticabili. Che poi si facciano i Big Money, è una conseguenza di tutto l’impegno che ci stanno mettendo, anzi me lo auguro per loro che ci riescano a farli.

In Marketing, sopratutto in quello moderno (che potremmo definire versione 4.0 dal tradizionale appunto, al digitale) è una piccola utopia raggiungere un tale livello di affiliazione a una causa/brand/comunità. Diciamo che è il santo Graal di qualsiasi Digital Strategist/Esperto di Comunicazione che si rispetti.

Brand advocacy: indicatore della lealtà che si ha nei confronti di un brand; esprime il massimo grado di fedeltà del consumatore alla marca. Da brand advocacy deriva brand advocate: sono consumatori soddisfatti che si riconoscono nella marca e nei valori o modelli di comportamento che essa ispira e che sono propensi, oltre che ad utilizzarla, anche a consigliarla ai propri conoscenti attraverso il passaparola.

Fare parte di questi gruppi è incredibilmente affascinante (non solo divertente) perché sono uno spaccato vivido della società in cui ci ritroviamo a vivere. Riuscire a trovare i pattern dei meccanismi che portano a un tale livello di senso di appartenenza è una grandissima sfida, ancora di più lo è riproporlo ai propri clienti, per riuscire a creare community  altrettanto affiatate e pronte a mettersi in gioco per aiutare la causa in cui credono.  Far sentire coinvolti i propri utenti, senza bisogno di usare tattiche auto-referenziali è una delle mosse vincenti per riuscire a ottenere un risultato incredibile come quello  dell’esempio appena citato.

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