Viviamo nell’era digitale.
Questo è quello che dicono tutti gli articoli di giornale e post on-line che commentano gli ultimi due decenni di incredibile progresso tecnologico.
Andando oltre alle filippiche su Facebook su come l’internet abbia ipnotizzato i giovani rendendoli spie russe e cose simili, chi studia e lavora sul web ha dovuto imparare a navigare la rete e sfruttarla al massimo e in sostanza quasi imparare un nuovo linguaggio.
L’era digitale ha cambiato il modo in cui comunichiamo; la rete ha reso possibile l’attuazione di un tipo di comunicazione visiva completamente diversa da quella appartenente a tutti gli altri medium “classici”.
Il visual story telling è parte essenziale della nostra esperienza digitale ed ha forte influenza sulla nostra vita quotidiana e proprio per questo il design, nel suo senso più lato, è estremamente importante; dalla navigazione di un sito web, allo spot pubblicitario per l’ultima fragranza di Guerlaine che ti farà odorare di fiori ma anche come i lontani ricordi di fanciullezza in cui venivi inseguito attraverso un campo di grano (un amichetto? Un serial killer? Il capo del reparto marketing che ha viaggiato nel tempo per rubarti questa memoria per imbottigliarla e poi vendertela per 70€?).
No, seriamente, le pubblicità dei profumi esistono su un piano d’astrazione superiore.
Insomma, il design è importante e dietro la scelta giusta esiste quasi una scienza.
La Psicologia di Gestalt applicata al Design
I principi di Gestalt vengono definiti negli anni 20 in Germania sulla base di un pensiero: da ogni singola percezione visiva otteniamo un’immagine totale, somma di singole parti, e ad essa attribuiamo un significato.
In sostanza, è fondamentale comprendere in che modo il nostro cervello percepisce oggetti e forme.
Per esempio, prendiamo il format di un testo: se le righe sono poste una vicina all’altra, penseremo subito che queste facciano parte dello stesso elemento; al contrario, se tra le varie righe c’è tanta distanza, tenderemo a percepire ogni riga come elemento distinto.
Teoria del colore
Esistono vari studi che sostengono che il colore spesso, se non quasi sempre, determina le nostre scelte a livello subconscio.
Il nostro cervello tende ad associare i colori a varie emozioni; per esempio il colore giallo normalmente viene associato alla felicità e all’ottimismo, il blu alla calma e affidabilità.
Questo concetto viene applicato nella creazione del logo.
Basta pensare al famoso logo McDonald’s, di un bel giallo vivo atto a invocare positività e convivialità; oppure al logo di Intel, blu calmo per ricordare al cliente l’affidabilità dei propri prodotti.
Quando dobbiamo creare non solo un logo, ma qualsiasi forma di rappresentazione visiva, dovremo pensare alle emozioni che vogliamo suscitare in chi lo vede e di conseguenza fare una scelta accurata del colore.
Teoria della forma
Seguendo lo stesso ragionamento su cui si basa la scelta del colore, dovremo prestare attenzione alla forma del nostro logo.
Cosa vogliamo ricordare nella persona che lo vede?
Se vogliamo rappresentare un senso di comunità ed unità, probabilmente sceglieremo un cerchio, come nel logo di Pinterest; oppure potremo scegliere un quadrato nel caso volessimo dare un senso di stabilità e struttura, come nel logo di Microsoft.
L’importanza dei contenuti scritti
Fino ad ora abbiamo parlato di comunicazione visiva basata su immagini, ma dobbiamo ricordare che il modo con cui esprimiamo appieno la nostra personalità è scrivendo.
I social media sono strumenti importantissimi, non solo per la promozione, ma anche per rapportarci col prossimo ed esprimere la propria identità, per questo motivo il content creator deve essere cosciente di quanto sia importante il linguaggio scritto e parlato. Non a caso gli studi della linguistica e dell’oratoria vengono insegnati nelle università e sono in costante evoluzione.
Quindi quali sono gli accorgimenti da adottare e gli errori da evitare accuratamente?
Una cosa da evitare assolutamente è farsi prendere dalla rabbia cieca e provocare litigi on-line. Dobbiamo ricordarci che gli sfoghi pubblici si rifletteranno negativamente sul brand e potrebbero avere un impatto negativo a lungo termine sul nostro business.
È meglio osservare la situazione in modo critico e, se necessario, affrontare il problema in modo civile e professionale; inoltre ricordiamoci che è possibile risolvere dispute in modo privato.
La stessa attenzione che impieghiamo nella scelta delle parole su piattaforme pubbliche va usata anche nelle conversazioni private. Dobbiamo ricordarci che un innocuo scambio di mail con un cliente non sarà mai realmente privato e potrebbe capitare che screenshot di conversazioni vengano pubblicate on-line.
In sostanza, non insultate i vostri clienti.
Non è consigliabile fare sfoggio dei propri successi e ingigantire i propri meriti, perché sintomo di arroganza. Vogliamo stabilire un rapporto di fiducia nella nostra comunità, sia essa virtuale che faccia a faccia, e questo tipo di comportamento potrebbe essere visto come sentimento di superiorità nei confronti dei colleghi o clienti.
Il lavoro del creatore di contenuti si basa su principi d’ideazione, ma anche sulla sua capacità intuitiva e di osservazione; il processo creativo non è statico, in quanto dipendente dal progresso e le mode attuali, tuttavia un concetto rimane invariato: è essenziale stabilire un legame emotivo con cliente ed audience, e comprendere i meccanismi del comportamento umano per trasmettere in modo efficiente il messaggio che intende comunicare.
