Da qualche parte, ogni giorno, c’è qualcuno che dice “il marketing non funziona”. E ogni volta che succede, un funnel muore e un consulente valuta di aprire un chiringuito a Fuerteventura.
Eppure è una frase che ritorna. Come il cerchio alla testa quando parli troppo con gente che vuole “essere virale” ma non ha nemmeno un posizionamento chiaro.
Non sei tu, non è nemmeno il marketing.
È come ci pensi.
Perché se per te il marketing è solo la copertina che metti sopra una struttura traballante, non funzionerà mai. Se lo usi come scorciatoia per vendere qualcosa che nemmeno tu hai voglia di raccontare davvero, è normale che ti deluda.
Il marketing non è una pozione magica. E non è un rattoppo. È un sistema di pensiero. È identità. È direzione.
Quando dici che non funziona, cosa stai davvero dicendo?
C’è un momento – e se hai un’attività, lo conosci bene – in cui guardi il tuo profilo Instagram, il tuo sito, i post che hai provato a scrivere e pensi: “Eppure faccio tutto. Ma non succede niente.”
Ecco. In quel momento, ti stai raccontando una bugia ben confezionata: che è colpa dello strumento, dell’algoritmo, della gente che non capisce.
Quasi mai è così.
Più spesso, la verità è questa: stai facendo cose a caso. Perché non hai ancora capito da dove partire.
Oppure lo sai, ma ti spaventa ammetterlo.
Ti rifugi nei contenuti perché pensare alla strategia ti sembra troppo. Perché richiede un’assunzione di responsabilità. E quella, diciamolo, è la parte che nessuno ti insegna nei corsi da 47 euro.
Non è questione di tempo è questione di intenzione.
“Non ho tempo per pensare al marketing”.
È la frase più usata dai freelance che postano stories alle 23.47 dicendo di essere stanchi morti.
L?ho usata anche io, più volte di quanto mi piaccia ammettere.
Il problema non è il tempo: è che il marketing, per te, è ancora qualcosa da fare dopo. Dopo aver lavorato. Dopo aver risposto ai clienti. Dopo aver consegnato tutto.
Ma se continui a vederlo così, resterà sempre in fondo alla lista.
E non si costruisce niente di solido da fondo lista. Il marketing, se lo vuoi davvero far funzionare, non è un’attività da ritagliare. È il modo in cui decidi cosa fare e cosa no. È ciò che guida la tua agenda, non ciò che si adatta ai buchi. Chi ha un business stabile, visibile, coerente… non è più bravo. Ha solo smesso di considerare la comunicazione come una decorazione.
Il vero problema è che non ti fidi: né del marketing, né di te.
C’è un livello più profondo, spesso taciuto. Ed è quello della fiducia.
Se non credi in quello che fai, in quello che vendi, o nel perché lo fai… il marketing diventa uno sforzo forzato. Un rumore vuoto. La gente lo sente anche se scrivi bene.
Il marketing è come la postura: puoi cercare di raddrizzarti, ma se le fondamenta sono storte, torni sempre lì.
Se comunichi per accontentare tutti, per risultare neutro, per piacere… non funziona. E non funzionerà mai.
Non serve essere rumorosi. Serve essere chiari. Anche se perdi qualcuno per strada. Anzi, soprattutto per quello.
Il marketing non ti serve per vendere.
Ti serve per scegliere.
Sembra paradossale, ma la funzione più potente del marketing non è portarti clienti: è farti dire dei no.
Ti aiuta a definire il tuo spazio. A filtrare. A evitare compromessi che ti consumano.
È lo strumento che ti insegna a non inseguire chiunque, ma a costruire relazioni durature con chi ti riconosce per quello che sei davvero. Se continui a usarlo per “ottenere di più”, finirai per perdere tutto quello che conta: la direzione, la motivazione, l’autenticità.
Se invece lo usi per essere di più, allora sì: diventa uno strumento potente.
La tua strategia esiste già. Solo che non l’hai ancora scritta.
Ogni decisione che prendi oggi – cosa pubblichi, cosa dici, a chi ti rivolgi, che tono usi – è già una strategia.
La differenza è che può essere consapevole o inconsapevole.
E indovina un po’? Quella inconsapevole è la più pericolosa.
Perché prende forma nei vuoti: in quello che non hai detto, nei clienti che non hai scelto, nei post fatti per imitare altri, è così che si forma una strategia senza intenzione. E una strategia senza intenzione è il motivo per cui ti sembra di lavorare tanto… senza muoverti davvero.
Scriverla, strutturarla, capirla: non serve solo per vendere meglio. Serve per trovare una coerenza interna.
Per smettere di sentirti in contraddizione. Per alzarti la mattina e sapere che ogni azione è un passo nella stessa direzione. Non una reazione a ciò che succede fuori. Ma una scelta tua, chiara, voluta.
Il marketing sei tu. Solo che non ti ci riconosci ancora.
Ecco cosa voglio lasciarti: l’idea che il marketing non è qualcosa che “si fa”.
È qualcosa che sei disposto a diventare.,ciò che succede quando smetti di imitare e inizi a scegliere e smetti di “farti vedere” e inizi a farti capire. Quando non ti limiti a dire che sei diverso, ma lo dimostri in ogni dettaglio, ogni pagina del sito, ogni messaggio che mandi.
Il marketing non è il tuo problema.
Il tuo problema è che ti sei convinto che possa risolverti qualcosa da solo.
Invece è un percorso. È una presa di posizione.
Se fatto bene, è anche un enorme atto di libertà.