Venerdì 06 Marzo scorso sarei dovuta andare a un convegno che avrebbe trattato un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
Purtroppo l’evento è stato annullato per via del particolare periodo storico che stiamo vivendo.
“La Forza Nascosta della Gentilezza” questo era il titolo che subito aveva colto la mia attenzione.
La relatrice era la presidentessa del World Kindness Movement. Un movimento creato per riscoprire il potere di questa virtù dimenticata e ci spiega come declinarla giorno per giorno nei rapporti personali, sul lavoro, verso di noi e l’ambiente.
Ritrovare i nostri valori.
Viviamo in un’epoca dove alcuni valori non sono più perni portanti, ma diventano accessori di cui è facile fare a meno. La vita di tutti i giorni ci porta a essere sempre in ballo, con mille pensieri in testa e una frustrazione galoppante. Sempre di corsa per stare dietro a tutti gli impegni e le incombenze quotidiane, cominciando a limitare la vista al proprio orticello da coltivare, e non più all’orizzonte.
Perché gentilezza vuol dire, prima di tutto, mostrare cura e rispetto verso ciò che veramente conta: significa trattarsi con amore, fare ciò che fa bene al nostro corpo e al nostro umore, intrecciare relazioni serene e appaganti, coltivare l’empatia e il sorriso, dare valore anche agli incontri occasionali, calarsi nella prospettiva altrui, rendere sempre piacevole e accogliente il posto dove stiamo.
Un grazie.
Un sorriso.
Una parola scambiata.
Tenere la porta aperta alla persona dopo di noi.
Preoccuparsi se si vede qualcuno in difficoltà.
Fare un passo in più per aiutare un altro.
Far passare la macchina che si sta immettendo da una via secondaria.
Cedere il posto in fila alla casa se la persona dopo di noi ha poche cose.
Banalità che nella vita quotidiana spesso si dimentica di metterle in pratica, ma che spesso sono veri e propri piccoli doni per chi le riceve. Ho sempre pensato che un approccio sereno e sorridente sarebbe stata la scelta giusta per poter portare avanti la mia vita. Difficilmente mi lascio andare a scatti nervosi, e risposte secche.
Questo sarà uno degli eventi che non mi perderò per nulla al mondo quand la situazione sarà tornata normale, anche perché applicarla al mondo del lavoro è una di quei fattori che creano il famigerato “valore in più”, che ci differenzia uni dagli altri.
La Gentilezza ai Tempi del Coronavirus
La bellezza dei Social Media, si vede proprio in questi giorni qui: centinaia di appuntamenti tutti diversi tra loro, tutti con un unico scopo! Quello di sentirsi vicini uni agli altri, quando la distanza la fa da padrona. Canti, applausi, conferance-call di gruppo con perfetti sconosciuti, per condividere, parlare e sfogarsi. L’isolamento è iniziato da meno di cinque giorni per l’Italia intera, e sono tantissimi già i modi di assembramento digitale.
Dare agli altri. Coinvolgerli per far sentire la solitudine e la paura meno invasive.
Successivamente ai primi grandi pionieri poi sono partiti i corsi gratis, ebook gratis, lezioni gratis: chi genuinamente lo ha fatto per bontà, lo ha seguito chi poi ha sfruttato questa ondata per paura di rimanere fuori. Di non lasciare il segno. Offrendo magari contenuti vecchi di qualche anno, o talmente generici che non sarebbero utili se non a chi non sa proprio nulla di una determinata materia.
Bombardamento di Informazioni e Promozioni.
Quello che da addetta ai lavori sto notando è che sono tutti materiali ceduti in cambio di e-mail, numero di telefono e altre informazioni.
Quindi uno scambio non proprio pari, perché catturare in massa così tanti leads, è oro per qualsiasi Marketer. Etico?
A mio avviso no.
Tutto questo scambio, questo coinvolgimento si trasforma però in un oceano d’informazioni che ci bombardano da mattina a sera: video, stories, live sulle varie pagine facebook o profili instagram; si viene taggati, ricercati e coinvolti anche senza magari averne fatto richiesta. Il risultato?
Un senso di sopraffazione incredibile, quasi di soffocamento. Coinvolgimento eccessivo in ogni ambito.
Senza considerare che tutti gli esperti di settore hanno cominciate a fare corsi/*dirette su come affrontare questo periodo. E mi chiedo: Ma sono proprio sicuri di sapere cosa dicono? La situazione cambia in continuazione, e stiamo vivendo un periodo storico che non ha eguali. Come si fa ad avere la certezza di dire agli altri di come gestire il tutto?
Un utilizzo sostenibile dei Social Network
Sostenibile.
aggettivo
1.Che si può sostenere.“un carico”
Riferito non solo alla fruizione dello stesso – nel tempo libero – ma anche come modello di comunicazione mia e per i miei clienti. Siamo sommersi costantemente di contenuti, offerte e promozioni; di richiamo all’azione. Considerando che i Social Network principalmente vengono usati nei momenti di svago, rischiamo che si saturi del tutto la pazienza e la volontà di chi li usufruisce.
Questo 2020 lo voglio dedicare a una comunicazione equilibrata ed essenziale, che non vada a spingere su quelle leve che ormai utilizzano tutti; riuscire a veicolare il messaggio in maniera che arrivi al destinatario migliore. In questi giorni mi sento sopraffatta dal volume delle offerte, dai richiami di azioni comuni, da un cameratismo spinto anche molto dalla paura, e quasi forzato.
Lavorando tutto il giorno online, da quando ci sono stati i primi casi in Lombardia ho preso la decisione di non stare molto su i social; di seguire solo un TG ogni tanto. Perché il senso di paura, negatività e sfruttamento di fake news allarmiste, comincia a pesare sulla mia serenità quotidiana.
Impiegherò il tempo recuperando tutte le attività che nell’ultimo anno ho trascurato.
Sistemerò quegli angoli di casa più nascosti e caotici.
Mi godrò un ritmo di vita meno frenetico e più salutare.
Leggerò qualche romanzo in più.
Lavorerò sulla mia presenza online, cercando di ottimizzare il più possibile tutto questo tempo.